L’altro, gli altri e poi… il resto del mondo

Posted: Ottobre 22nd, 2009 | Author: alieno | Filed under: note a margine | 2 Comments »

Quello che resta della sinistra (ex) parlamentare affronta questa settimana un nuovo attacco, questa volta non è l’ennesima scissione o l’estremo grido di dolore dalle casse ormai vuote de Il manifesto ma il "buon nome", altri direbbero il brand, del giornale L’altro.

Il grido indignato che mi ha colto assonatto durante la rassegna stampa della scorsa mattina è:

L’avvocato di Berlusconi ci costringe a cambiare nome.

Ecco i fatti come esposti dai diretti interessati:

Dobbiamo cambiar nome. Lo ha deciso il tribunale, e i tribunali in Italia contano parecchio. Su richiesta dell’avvocato Vaccarella, cioè dell’avvocato di Berlusconi, che assiste un gruppo di persone che cura un giornale online che si chiama "L’altro quotidiano". Nome diverso dal nostro. E, soprattutto, non va in edicola. Dunque confondibilità zero. Per noi è una mazzata. La decisione del giudice mette in discussione la nostra esistenza. E’ un attacco alla libertà di stampa? Chissà. Noi cercheremo di non farci ammazzare, col vostro aiuto.

L’altro è il quotidiano che Sansonetti ha avuto "in premio" per la sua strenua difesa di autonomia ed indipendenza quando alla direzione di Liberazione ha resistito per mesi dall’assalto dei cosacchi (leggi compagni di partito) rei di aver vinto un congresso se pure con una maggioranza risicata.

Tornando al perfido attacco che vede come mandante nientepopodimenochè Berlusconi dal comunicato riportato si evince come sia capzioso definire "nome diverso" quello de L’Altro quotidiano registrato nel 2008 e presente sui motori ben prima che, lo scorso Aprile, Sansonetti mettesse in campo la sua nuova impresa editoriale.

Questo è il punto interessante, infatti quando mesi fa sentii parlare de L’altro, il nome mi ricordava qualcosa; con una rapida ricerca trovai subito le pagine de  L’Altro quotidiano , notando che graficamente il logo de L’Altro quotidiano ricordava quello de L’Unità che Sansonetti ha co-diretto insieme a Veltroni nei primi anni ’90, archiviai il tutto pensado che si trattava di un qualche accordo tra testate della stessa "area".

Successivamente mi sono imbattuto nel sito uffiale de L’altro ma non credevo che, giustamente, gli altri de L’Altro quotidiano si fossero fatti rodere così tanto da mettere di mezzo giudici ed avvocati, ma i fatti di questi giorni mi hanno smentito.

Leggere però che sono cose diverse perché solo una delle due testate va in edicola merita una nota a margine.

In un mondo orientato alla comunicazione multimediale, il supporto ed il canale distributivo fanno veramente LA differenza? Chi può pensarlo al giorno d’oggi? La risposta è, putroppo, evidente!

Ma del resto io sono in quella minoranza che prima di decidere il nome di un progetto, per quanto futile, inutile o ridicolo, si fa prima un bel giretto sui vari motori di ricerca per vedere cosa c’è nel mondo che ha un nome simile.

Forse vale la penna ricordare che nel mondo, molto reale e tangibile delle aule giudiziarie, il signor Luca Armani che nel 1997 aveva registrato il dominio internet "armani.it" utilizzandolo per ospitare, nel pieno dei suoi diritti, il sito-vetrina del Timbrificio di famiglia ne perse l’utilizzo dopo una sentenza del marzo 2003.

La sentenza, emessa dalla prima sezione civile del Tribunale di Bergamo, recitava più o meno che l’uso del nome poteva "generare nel pubblico degli utenti di Internet confusione" a danno del più blasonato Armani Giorgio, quello che vestendo tutti in minimalismo bicromatico ha creto la italianissima Giorgio Armani s.p.a.

Se di fronte ad un palese caso di omonimia si decide di gridare al complotto ed allo scandalo forse è decisamente meglio scomparire avendo il buon gusto di farlo in silenzio e nel caso portando via la spazzatura, rischiando almeno di essere ricordati per il bel gesto.

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