Il celebre orgasmo simulato da Meg Ryan nel film "Harry ti presento Sally" è quello da cui ogni uomo (genere dalle faicili illusioni) si sente in qualche modo un eccezione ma la statistica impietosa non lascia scampo, tuttavia mi domando quante donne abbiano avuto a che fare con il corrispettivo maschile?
Perché sia chiaro la finzione dell'orgasmo non è una prerogativa al femminile.
Tnx to: psicopompo180.net
Oramai da qualche mese l'unica modalità di lettura che riesco a sostenere è quella di cadere completamente dentro un libro riemergendone come da una apnea.
Non tutte le letture sono adatte, infatti la pila dei libri iniziati e non finiti si e' un po' infittita verrà il loro tempo prima o poi…
Qualche giorno fa sono caduto nella lettura di monocromatica (versione cartacea di rapsodia monocromatica) e ne sono riemerso soddisfatto, non dubitavo del lavoro dei Blackswift (leggete i report di Mr.B dalla cina per capire cosa intendo) ma la densità di alcune descrizioni e la trama che intreccia secoli di storia meneghina mi hanno trascinato per diverse ore lontano da qui.
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Mi è sempre capitato di passeggiare tra le mie ombre, dicendomi che la tristezza è "una emozione normale", che può anche arricchire la vita con uno sguardo diverso sulla realtà.
Artisti e poeti sono stati ispirati dalla tristezza e dalla malinconia… blah blah blah…
Mai prima d'ora m'era capitato di attraversare il sottile confine tra male e malissimo più volte all'interno della stessa giornata.
Anni di politica sociale praticamente inesistente (deliri su asili nido, precariato a vita, accesso negato ad una prima casa) ed un perbenismo dilagante hanno imposto modeli culturali sconcertanti, il credito al consumo ha trasformato il produci-consuma-crepa in consuma-produci-crepa per la gioia di veccihie e nuove banche mentre la paura rispetto al mostro di turno, purchè "esterno a noi" (immigrato, pedofilo, terrorista islamico, zingaro, drogato, black bloc…) è l'unico collante sociale che funziona insieme al calcio, summa dell'orgoglio nazionale.
Tutti ne parlano ma nessuno ricorda che la famiglia rappresenta una delle strutture più violente e repressive in cui si possa avere la sfortuna di imbattersi (dati sulla violenza in famiglia Min. Interno 2006).
Ti sei stancata di portare il mio peso
ti sei stancata delle mie mani
dei miei occhi della mia ombra
le mie parole erano incendi
le mie parole eran pozzi profondi
le mie parole erano stanchezza, noia serale,
un giorno improvvisamente
sentirai dentro di te
le orme dei miei passi
che si allontanano
e quel peso sarà il più grave.
Mosca 1956 Nazim Hikmet
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